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Chloromycetin: Trattamento Efficace per Infezioni Batteriche Gravi
Chloromycetin (cloramfenicolo) è un antibiotico ad ampio spettro utilizzato nel trattamento di infezioni batteriche gravi quando altre terapie risultano inefficaci o controindicate. Appartiene alla classe dei fenicoli e agisce inibendo la sintesi proteica batterica, risultando batteriostatico verso un’ampia gamma di microrganismi gram-positivi e gram-negativi. Il suo impiego è riservato a situazioni cliniche selezionate a causa del potenziale rischio di effetti avversi gravi, richiedendo sempre prescrizione medica e monitoraggio appropriato.
Caratteristiche
- Principio attivo: Cloramfenicolo
- Forme farmaceutiche: Compresse, capsule, soluzione orale, preparazioni oftalmiche e topiche
- Meccanismo d’azione: Inibizione della sintesi proteica batterica mediante legame con la subunità 50S dei ribosomi
- Spettro d’azione: Ampio spettro contro batteri gram-positivi, gram-negativi, anaerobi e alcuni micoplasmi
- Emivita: 1,5-3,5 ore nell’adulto con funzionalità epatica normale
- Metabolismo: Epatico principalmente attraverso coniugazione glucuronidica
- Eliminazione: Renale (5-15% immodificato, il resto come metaboliti)
Benefici
- Efficacia dimostrata in infezioni gravi resistenti ad altri antibiotici
- Ottima penetrazione tissutale e diffusione nel liquor cerebrale
- Azione batteriostatica ad ampio spettro con rapido inizio dell’effetto
- Disponibilità di formulazioni topiche per trattamenti localizzati
- Opzione terapeutica cruciale in casi di meningite e sepsi
- Utilizzo in infezioni oculari severe con applicazione topica diretta
Utilizzo Comune
Il cloramfenicolo è indicato per il trattamento di infezioni batteriche gravi causate da microrganismi sensibili quando terapie alternative meno tossiche sono controindicate o inefficaci. Le principali applicazioni includono meningite batterica da Haemophilus influenzae, rickettsiosi, febbre tifoide e paratifoide, infezioni del sistema nervoso centrale, sepsi, e infezioni anaerobiche gravi. Trova impiego anche in formulazioni topiche per il trattamento di congiuntiviti batteriche e infezioni cutanee superficiali. L’uso è generalmente riservato a setting ospedalieri o sotto stretto monitoraggio medico.
Dosaggio e Somministrazione
Il dosaggio di chloromycetin varia significativamente in base all’età, al peso corporeo, alla funzionalità epatica e renale del paziente, nonché alla gravità dell’infezione. Negli adulti, la dose orale usuale è di 50 mg/kg/die suddivisa in 4 somministrazioni ogni 6 ore, con un massimo di 4 g al giorno. Per via endovenosa, la dose è di 50-100 mg/kg/die in 4 somministrazioni equidistanti. Nei bambini, il dosaggio deve essere calcolato attentamente (50-100 mg/kg/die) con monitoraggio dei livelli ematici. Nei neonati, il dosaggio non deve superare i 25 mg/kg/die a causa dell’immaturità dei sistemi enzimatici epatici. La durata del trattamento è generalmente di 7-14 giorni, ma può essere prolungata in casi particolari sotto stretto controllo medico.
Precauzioni
Il cloramfenicolo richiede particolari precauzioni d’uso a causa del suo profilo di sicurezza. È essenziale monitorare regolarmente l’emocromo completo durante il trattamento per individuare precocemente eventuali segni di tossicità midollare. I pazienti con compromissione epatica richiedono aggiustamenti posologici e monitoraggio dei livelli plasmatici. Deve essere evitato l’uso profilattico o in infezioni banali. I pazienti devono essere informati sui segni di tossicità ematologica (febbre, mal di gola, pallore, petecchie) e istruiti a sospendere immediatamente il farmaco e consultare il medico in caso di comparsa. L’uso in gravidanza è generalmente controindicato, specialmente nel terzo trimestre.
Controindicazioni
L’uso di chloromycetin è controindicato in pazienti con storia di ipersensibilità al cloramfenicolo o ad altri componenti della formulazione. Ulteriori controindicazioni assolute includono anamnesi di discrasie ematiche indotte da farmaci, porfiria, e insufficienza epatica severa. È controindicato nei neonati prematuri e nei primi giorni di vita del neonato a termine (sindrome del bambino grigio). L’uso concomitante con farmaci che sopprimono il midollo osseo è controindicato. L’allattamento al seno durante il trattamento deve essere evitato poiché il farmaco viene escreto nel latte materno.
Possibili Effetti Collaterali
Gli effetti avversi più gravi includono depressione midollare dose-dipendente (anemia, leucopenia, trombocitopenia) e anemia aplastica idiosincrasica irreversibile (incidenza 1:25.000-40.000 trattamenti). Effetti gastrointestinali comuni includono nausea, vomito, diarrea e glossite. Reazioni di ipersensibilità come rash cutaneo, febbre e angioedema possono verificarsi. La sindrome del bambino grigio, caratterizzata da collasso cardiovascolare, cianosi e morte, può manifestarsi nei neonati. Altri effetti includono neuropatia ottica, neurite periferica, candidosi sovrainfetta e superinfezioni batteriche.
Interazioni Farmacologiche
Il cloramfenicolo interagisce con numerosi farmaci attraverso inibizione del citocromo P450. Potenzia l’effetto degli anticoagulanti cumarinici, dei sulfoniluree, dei fenitoinici e della ciclofosfamide aumentando il rischio di emorragie, ipoglicemia e tossicità. L’associazione con farmaci mielosoppressori (citostatici, radioterapia, pirimetamina) aumenta il rischio di tossicità ematologica. Barbiturici e rifampicina possono diminuire i livelli plasmatici di cloramfenicolo attraverso induzione enzimatica. L’uso concomitante con penicilline battericide può risultare in antagonismo dell’effetto antibiotico in alcune infezioni.
Dose Dimenticata
In caso di dimenticanza di una dose, assumere non appena possibile a meno che non sia quasi l’ora della dose successiva. Non raddoppiare mai la dose per compensare quella dimenticata. Mantenere gli intervalli posologici regolari è cruciale per mantenere concentrazioni terapeutiche costanti. Se la dimenticanza è frequente, consultare il medico per valutare l’aderenza terapeutica. Non interrompere bruscamente il trattamento senza consulto medico, anche in caso di più dosi dimenticate.
Sovradosaggio
Il sovradosaggio di cloramfenicolo può causare tossicità cardiovascolare acuta (soprattutto nei neonati), vomito, acidosi metabolica e depressione midollare. Non esiste antidoto specifico. Il trattamento è sintomatico e di supporto, includendo lavaggio gastrico se l’ingestione è recente, supporto cardiovascolare e respiratorio, e monitoraggio ematologico stretto. L’emodialisi non è efficace per rimuovere il farmaco a causa dell’elevato legame proteico. Nei casi gravi, possono essere considerate trasfusioni di sangue o fattori di crescita ematopoietici.
Conservazione
Conservare le compresse e le capsule a temperatura ambiente (15-30°C) in contenitore ben chiuso, al riparo da luce e umidità. Le formulazioni liquide devono essere conservate in frigorifero (2-8°C) e protette dalla luce. Non congelare le sospensioni orali. Le preparazioni oftalmiche devono essere conservate a temperatura controllata secondo le indicazioni del produttore. Tenere fuori dalla portata dei bambini. Non utilizzare oltre la data di scadenza indicata sulla confezione. Smaltire i farmaci scaduti o non utilizzati secondo le normative locali.
Avvertenza
Questo farmaco deve essere utilizzato esclusivamente sotto prescrizione e controllo medico. Non utilizzare per automedicazione o per condizioni non diagnosticate da un professionista sanitario. L’uso improprio può portare a sviluppo di resistenze batteriche e gravi reazioni avverse. I pazienti devono informare il medico di eventuali altri farmaci assunti, condizioni mediche preesistenti, e storia di allergie. Non condividere mai il farmaco con altre persone anche se presentano sintomi simili. Il trattamento deve essere completato per l’intera durata prescritta, anche in caso di miglioramento dei sintomi.
Recensioni Cliniche
Il cloramfenicolo rimane un antibiotico di importanza critica nonostante i suoi rischi, particolarmente valutato in setting dove le alternative sono limitate. Studi clinici dimostrano efficacia superiore al 90% in meningiti da H. influenzae resistenti quando utilizzato appropriatamente. La review sistematica di McLaughlin et al. (2021) conferma il suo ruolo salvavita in sepsi multiresistenti in aree con risorse limitate. Tuttavia, le linee guida internazionali raccomandano il suo uso solo quando i benefici superano chiaramente i rischi, con monitoraggio ematologico obbligatorio. L’esperienza clinica accumulata in decenni ne conferma l’efficacia ma anche la necessità di rigorosa selezione dei pazienti.
